Una calda giornata di sole, il buio che arriva sempre più tardi e la voglia di mare. L’estate se ne frega del lockdown e inizia a farsi largo portando con sé una domanda: che ne sarà del Beach Soccer?
A rispondere è Gigi Mardente, tecnico del Pavia Beach ed ex tecnico del Lokrians.
“Rispondo partendo dal mio primo amore, il futsal. Campionato finito per me, non ci sono i tempi e soprattutto non ci sono le condizioni. Io dico sempre: salute al primo posto, famiglia al secondo, lavoro al terzo. Le emozioni, soprattutto quelle che ci dà lo sport, sono importantissime, ma adesso bisogna pensare a vivere, prima che ad emozionarci. Perché il futsal è finito? Perché sono vietati gli assembramenti, e di conseguenza non potremo tornare a riunirci nei palazzetti, e perché i tempi di stop sono stati troppo lunghi: impensabile far rientrare in Italia giocatori e giocatrici dai rispettivi paesi, così come è impensabile rimetterci in moto dopo tre mesi stop. Sarebbe un altro campionato. La decisione più logica – continua Mardente – potrebbe essere quella di congelare la Serie A maschile e femminile, dato che mancavano poche giornate al termine, mentre – nelle altre categorie – stilerei la classifica ed in base a quella stabilirei promozioni, retrocessioni e ripescaggi, in numero maggiore rispetto agli anni precedenti”.
Per quanto riguarda il Beach Soccer il discorso è ancora più specifico.
“La delegazione del Beach Soccer Worldwide deve essere intelligente e fare in modo che questa sia la prima disciplina della LND a ripartire, facendo da volano per tutte le altre. Le emozioni di cui parlavo prima potrebbero ripartire proprio da un campionato italiano, tra luglio e agosto. Se così non dovesse essere, vorrebbe dire che la situazione è ancora grave e sarebbe questo a preoccuparmi, non di certo l’assenza di sport”.
Una ripartenza immediata facendo da traino alle altre disciplina LND, dopo la visibilità data dal secondo posto degli azzurri al mondiale e dopo la disputa del primo campionato del mondo femminile (vinto proprio dal Pavia, 4-3 in finale con il Lady Grembach): per mister Mardente è il momento giusto per battere il ferro.
“Ma con garanzie ben precise, come l’iscrizione gratuita per le squadre femminili e l’obbligatorietà di avere una realtà rosa per i club maschili, così da avere un campionato corposo, almeno a 10 squadre e su più tappe, per dare definitivo slancio al calcio sulla sabbia”.
Ecco, quindi, come la crisi potrebbe diventare un momento di riflessione critica per superare l’incertezza del presente.
“Il confronto tra noi allenatori e la solidarietà tra giocatori e società, che ora hanno capito di essere davvero sole, è la base sulla quale fare quadrato. Bisogna pensare a quanto siamo piccoli e a cosa fare per cambiare questa condizione, suscitando nuovo interesse intorno al fatto che il futsal sia lo sport più praticato al mondo. Il calcio a 5 è nei nostri palazzetti, ma – fa notare Mardente – il calcetto è ovunque nel mondo. Un milione di partite al giorno! La gente lo pratica senza neanche rendersene conto: è nel beach soccer per la tattica, nel calcio per la tattica e per la tecnica individuale. E nonostante ciò, non riusciamo ancora ad esser considerati “grandi”. Su questo dobbiamo riflettere e chi sta sopra di noi deve riflettere sul fatto che siamo soli, senza risposte, in balia delle onde e del virus. I nostri vertici devono mandare un segnale forte al governo, perché questi dilettanti – che dilettanti non sono affatto – possano avere tutele. Di sicuro il caos che si è venuto a creare nella Divisione Calcio a 5 per le vicende precedenti al Covid (e sulle quali sta indagando la Procura Federale, n.d.c.) non ha aiutato, ma adesso bisogna lavorare tutti nella direzione di una ripartenza che ci veda più forti di prima. Paradossalmente, così come per il beach soccer, anche il futsal potrebbe trovare nella tragedia la spinta al suo definitivo rilancio: costa meno del calcio e potrebbe acquistare valore nella sua ripresa. Le strade che si prospettano sono due: o la fine del movimento o la sua rinascita, ed io sono sicuro che sfrutteremo questi giorni per pensare a come trasformare positivamente questo periodo di sofferenza”.
Un futuro migliore è possibile e Mardente coltiva in casa la speranza, grazie ai sorrisi che gli regalano i figli, Baggino e Kikki (nomi d’arte, ma sarebbero belli anche così), con quest’ultima pronta a percorrere le orme delle nostre migliori calcettiste.
“Vede un esercizio che trova da sola sul mio cellulare e riesce a rifarlo subito, senza bisogno di repliche. Se diventa come l’80% delle giocatrici che conosco, quindi seria, intelligente e volenterosa, ben venga… altrimenti sarò rovinato! Ma anche nella rovina – scherza il mister in chiusura –, io sorriderò e dirò: Kikki, regina di Calabria”.
Foto: Cinzia Lombardo