La più forte d’Italia. La più convincente dell’intera Final Eight e una delle osservate speciali nei playoff promozione. È vero che la Women Roma ha meritato i favori del pronostico con una regular season pazzesca, ma tutt’altro paio di maniche è riuscire a confermare le aspettative sul campo come le giallorosse hanno fatto. E cioè con tre giorni perfetti che hanno portato all’ombra della Capitale il primo titolo ufficiale: la Coppa Italia di Serie B.
“Provo un’immensa sensazione di sollievo – racconta emozionata miss Cely Gayardo –. Sapevo di avere un gruppo all’altezza della competizione, ma avevo un unico dubbio legato alla condizione mentale: non avendo avuto tanti momenti di difficoltà in campionato, mi chiedevo infatti quale sarebbe stata la nostra reazione a questo tipo di tensione”. E la riposta non si è fatta attendere a lungo. “Già dalla gara contro il Pero (vincitore della passata edizione, n.d.c.), ho visto grande maturità: non è facile gestire una gara ben disputata eppure con risultato in bilico fino alla fine; con il portiere di movimento, poi, non sai mai come può andare ed eventualmente ci sarebbero stati subito i rigori, ma quando è arrivato il gol di Bruninha allo scadere, allora sì – sorride – che ho realizzato davvero. Eravamo in semifinale”.
Dal tris alle lombarde, a quello rifilato all’Irpinia, fino al settebell(issim)o contro l’Atletico Chiavalle: scacco matto in tre mosse per le capitoline, che hanno esultato con un bacio lassù, a Valerio Piersigilli.
“Dallo striscione con la sua foto alle magliette, ogni pensiero è stato per lui. Vedere quella foto lì, mi fa un effetto stranissimo: continuo a chiedermi come sia possibile che da un giorno all’altro non ci sia più fisicamente, anche se per noi continua ad esserci in tanti altri modi. Dopo la sconfitta in extremis in semifinale a Genova, l’anno scorso, Danilo Pucciarelli gli aveva detto che nel giro di poco tempo la Women Roma sarebbe diventata una società vincente ed è riuscito a mantenere la parola data, raddoppiando la nostra gioia. In settimana è passata a trovarci la signora Giuliana, mamma di Valerio, e ha alzato la Coppa a nome del figlio. In quel momento ho capito: non che gli altri in gara non la meritassero, ma il nostro era probabilmente un desiderio superiore a quello di tutti i nostri concorrenti, perché avevamo una promessa da mantenere”.
È stato proprio con la Lazio di Piergisilli che Cely ha festeggiato il suo primo triplete in Italia nel 2013-2014. Tre, in tutto, le Coppe vinte da giocatrice, mentre da allenatrice si tratta della prima volta.
“Dopo tre finali perse in Serie A, una proprio in Final Eight, ho finalmente sfatato un tabù che iniziava a pesare. Quando ho sentito la sirena, ho pensato anche alle mie ragazze del TikiTaka che avrebbero meritato di più negli ultimi due anni, ma dall’altra parte c’è sempre stato un Bitonto pigliatutto. Come vivo questo trofeo? Non tutti quelli che vincono sono bravi e non tutti quelli bravi vincono, ma guardo la Coppa e penso che sono sicuramente sulla strada giusta”.
Obiettivo centrato. Ma sappiamo tutti com’è fatta Cely, no?
“Ora ne rimane un altro, che poi è il principale. Arriviamo ai playoff promozione contro l’Athena Sassari con un pizzico di consapevolezza in più, raggiunta proprio attraverso le tre gare disputate in Puglia. Come ho detto alla squadra, per noi sarà una partita da 80’ nella quale dovremo mantenere l’alto livello espresso in Final Eight. Per noi è stata un’esperienza stupenda: è bello respirare quell’aria e riunire tutte le categorie, la finale poi è stata ancor più bella per la grande presenza di pubblico. Ma ora testa al Sassari, perché questa sfida vale una stagione intera”.
Massima fiducia nel gruppo e massima fiducia nello staff. “Sento la stima di tutti e ricambio allo stesso modo, in più ci aiutiamo tanto: ognuno vuole crescere nel proprio ruolo, ma è come team che funzioniamo al meglio. Fiera di far parte della Women Roma”.
Foto: Filippo Danese
